Il tempio etrusco di Torraccia di Chiusi

È proprio a Torraccia di Chiusi di San Gimignano che è stata rinvenuta l’ “Ombra di San Gimignano”, la più importante scoperta archeologica di epoca etrusca in Toscana degli ultimi anni, qualcuno…ha affermato… del secolo !

Si tratta della meravigliosa statua votiva di un giovane offerente in bronzo databile alla prima metà del III sec. a.C. rinvenuta avventurosamente all’interno della proprietà nel corso di alcuni lavori di riparazione di un tubo di scarico delle fosse biologiche.

A fare questa straordinaria scoperta è stata proprio la proprietaria dell’azienda Donatella Sandrelli, che stava controllando lo svolgimento dei lavori di scavo per il ripristino di un tubo rotto e che notò delle impercettibili tracce di colore verde brillante nella terra smossa dalla ruspa, indizio inconfondibile del bronzo ossidato al quale la sua sensibilità “archeologica…” fortunatamente (!!) fece scattare immediatamente un pensiero e quindi un urlo: fermi ! fermate la ruspa !

 

Quindi calatasi nella fossa ha iniziato a smuovere la terra a mani nude ed ecco emergere prima il volto e poi le spalle e poi tutto il corpo, in perfetto stato di conservazione, di quel meraviglioso bronzo etrusco “battezzato” Hinthial l’Ombra di San Gimignano dall’ Ispettore della Soprintendenza Dott. Jacopo Tabolli,  che ne ha curato la mostra assieme al Dott. Enrico Giuffrè presso il museo archeologico di San Gimignano, dove è tuttora esposto.

 

Hinthial in etrusco ha il doppio significato di sacro e di anima e questa figura giovanile maschile così finemente eseguita rappresenta questo significato in maniera esemplare tanto da costituire un unicum nel suo genere.

Lo scavo poi eseguito dalla Soprintendenza Archeologica ha infatti fatto emergere un antico luogo di culto di epoca etrusca frequentato anche in epoca romana, per più di cinquecento anni, dal III sec. a. C. (forse anche di epoca antecedente per la fibula in bronzo del VII a.C. rinvenuta nello stesso luogo) fino al II secolo dopo Cristo.

 

E’ stato subito evidente che si trattava di un’ importante area sacra ed al momento, prima di ulteriori indagini, si ipotizza trattarsi di un tempio all’aperto (“sub divo”) dove la nostra statua Hinthial giaceva sepolta vicino a un plinto quadrangolare di pietra che aveva probabilmente un ruolo di altare sul quale venivano compiuti riti religiosi e venivano depositate offerte dedicate alla divinità del luogo.

In prossimità della statua sono state trovate anche numerosissime monete in bronzo ed in argento, che coprono come datazione i cinque secoli di vita del tempio, frammenti di ceramica, numerosi unguentari in terracotta (che venivano usati in epoca etrusca per aspergere con oli profumati la statua della divinità…) e moltissimi frammenti di laterizi riferibili certamente a strutture afferenti al tempio.

 

La forma allungata di Hinthial colloca il reperto tra le statuette del periodo ellenistico, durante il quale i maestri fonditori volterrani rappresentavano una delle maggiori botteghe attive relativamente a questa tipologia di rappresentazioni votive.

La statua di Torraccia di Chiusi è assimilabile alla celeberrima Ombra della sera di Volterra, ma è certamente più antica di quest’ultima e da tutti gli studiosi viene riconosciuta come la più elegante della serie dei bronzetti finora venuti alla luce (circa 20 confronti in tutto di dimensioni però molto inferiori).

 

Mentre l’offerente di Volterra (Ombra della Sera custodita al Museo Guarnacci di Volterra) è un infante nudo, la nostra Ombra di San Gimignano di Torraccia di Chiusi, rappresenta un giovane offerente che indossa una corta toga (toga esigua) tipica dell’abbigliamento di un adolescente.

 

L’artista che creò l’Ombra di San Gimignano probabilmente proveniva proprio dall’antica Volterra (Velathri in etrusco) ed il santuario della Torraccia di Chiusi era del resto uno dei luoghi di confine del territorio volterrano e le “fauci” da cui deriva il nome del torrente Fosci, che scorre in valle, rappresentavano l’ingresso nell’area sottoposta al controllo di Velathri.

 

Questa forma allungata tipica della statuaria votiva etrusca trova spiegazione nella necessità di mettere la propria offerta in massima evidenza al cospetto della divinità ma anche degli altri visitatori del santuario grazie alla quantità  di metallo utilizzato nella fusione (nel nostro caso l’altezza di 64 cm. e più di 3 Kg. di bronzo fuso con la tecnica della cera persa).

 

Al pari della statuetta allungata di Volterra, anche l’Ombra di San Gimignano appartiene a una produzione seriale di modelli che si diffusero a partire dal III secolo a.C. in Etruria centro-settentrionale.

 

Hinthial con la mano destra sorregge una patera ombelicata, mentre la sinistra, é aderente al corpo e fuoriesce dal manto con il palmo rivolto all’esterno in posa devozionale; le gambe sono leggermente divaricate a suggerire un lieve movimento verso sinistra. I tratti del volto sono ben marcati, con grandi occhi, naso prominente, bocca carnosa e mento con tipica fossetta centrale. La capigliatura è disposta a ciocche mosse, realizzate con profonde solcature che da una scriminatura posteriore si dispongono verso il volto a coprire parte della fronte e le orecchie.

 

Poiché il santuario di Torraccia di Chiusi si trovava vicino a una sorgente,  in particolare in una boscosa valle tuttora ricchissima di acque sorgive e suggestive cascate, si potrebbe ipotizzare esser dedicato a divinità legate all’acqua e alla terra.

 

Infatti molti popoli antichi attribuivano proprio all’acqua grandi proprietà salvifiche e salutari. Potrebbe quindi  il nostro sito esser stato un antico bosco sacro consacrato alla dea Urcla, personificazione dell’acqua stessa ?  Oppure a Selvans, Dio delle foreste ?

 

Ipotesi da dimostrare ma certamente non troppo lontane da un’ipotetica realtà, infatti per gli Etruschi le sorgenti ed i boschi erano luoghi sacri, manifestazione meravigliosa e potente delle divinità della Natura.

 

Molte necropoli sorgevano nei pressi di un corso d’acqua, anche di piccole dimensioni e comunque un rivo separava quasi sempre la città dei vivi dalle necropoli principali, creando una sorta di barriera sacra, di “spartiacque” tra due dimensioni opposte ma complementari dell’esistenza umana: la vita e la morte.

 

Note a cura di Donatella Sandrelli

Per approfondire:

 

tourismA2020 – intervento del responsabile della Soprintendenza di Siena e curatore  archeologo Dr. Jacopo Tabolli https://www.youtube.com/watch?v=f2SCZa0J3WA

 

Museo Archeologico di San Gimignano – Intervento del curatore archeologo Dr. Enrico Maria Giuffrè della Soprintendenza di Siena https://www.youtube.com/watch?v=pWRNipqMLf4

 

ARCHEOLOGIA VIVA – Articolo Dicembre 2020:

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